giovedì 29 gennaio 2015

MANTENERE VIVA UNA FIAMMA: TRADIZIONI

“La tradizione non consiste nel mantenere le ceneri ma nel mantenere viva una fiamma.”
C'è un filo immagnario che lega la nostra idendità, il nostro passato e il nostro presente quello che eravamo e quello che saremo,fra i grandi interrogativi del genere umano e la quotidianità : il folklore, quelle tradizioni popolari che affondano le proprie radici nelle origine di una comunità.
Da qui nasce spontanea la domanda su quali siano state la tradizioni nel nostro piccolo borgo, come reagivano e con quali riti i nostri avi cercavano di dare spiegazioni a questioni e dubbi più grandi della loro stessa esistenza. Abbiamo iniziato,cosi, ad indagare, libri, web ma soprattutto abbiamo parlato con i nostri nonni protagonisti un tempo di tradizoni che appartenevano davvero alla storia dei Salandresi e non attinte da paesi limotrofi. Parliamo oggi, visto e considerato la vicinanza con il carnevale, del processo a Carnevale e della povera Quaremma che assiste alla condanna a morte e all'esucazione del mal capitato congiunto. 


Il Mercoledì delle Ceneri segnava in passato e segna ancora oggi l’inizio della Quaresima (Quadragesima), periodo di quaranta giorni  dedito alla moderazione, al ritiro, alla purificazione del corpo e dell’anima. Quaremma è la rappresentazione di questo periodo di rinunce e sacrifici, Carnevale spendaccione e pieno di debiti rappresenta il suo opposto. Il martedi grasso  era in uso nella nostra cittadina celebrare il processo(di solito in P.zza Marconi) dopo aver portato per le vie del paese il fantoccio del futuro condannato. Giunti nel centro storico si assisteva al rogo del pupazzo con le donne a lui vicine disperate e piangenti  vestite con i tradizonali costumi lucani. Da un lato lo spreco, il dispendio, lo sperpero dall'altro il risparmio, la vita lontana da bisogni non necessari: due stile di vita che si contrappongono con la sentenza quasi profetica che la tradizione e il folkrore riescono a dare.


Alcuni sostengono che Quaremma abbia un legame con la mitologia greca classica e rappresenterebbe Cloto, una delle tre Parche greche, il suo nome viene dal greco Klothes, ovvero filatrice, che teneva in mano la conocchia e filava il destino degli uomini.
 
Siamo partiti da qui, da questa tradizone, ma nostra intenzione è creare un progetto che possa raccogliere e riportare alla luce gli usi e i costumi che ci apparengono, caraterizzanti della nostra identità e ormai andati perduti.

Racconateci quante più notizie conoscete sugli usi Salandresi alla nostra mail lamegliogioventu14@libero.it.

giovedì 8 gennaio 2015

NON SARA' COSI'

"Se la libertà di stampa significa qualcosa,
significa il diritto di dire alla gente ciò
che non vuol sentirsi dire".

                                                             

  
Ci rifacciamo a questa frase di Orwell , una frase che più di ogni altra è paradigma di quanto successo ieri a Parigi alla redazione del Charlie Hebdo. Un giornale satirico che con sagace ironia scherzava su tutto ,partento da Dio,nel rispetto della persona e con l'etica e la morale propria di ogni giornalista degno di tale nome. Facevano satira come in Italia non siamo abituati,in maniera causistica  Vedendo e rivedendo quel video, quel poliziotto che si arrende all'atroce e vigliacco atto di terroristi(ne più nè meno) non si trovano parole per descrivere l'attentato che più che ad una semplice redazione è un attentato a delle conquiste fondamentali per la nostra vita: la liberà di espressione,la libertà di ridere, la libertà di dissacrare. L’aspetto più triste di tutta la vicenda è quello di essere uccisi nel posto di lavoro. Quei professionisti erano riuniti per decidere cosa proporre ai propri lettori nel prossimo numero. Per disegnare e ribadire il proprio punto di vista. E  "oggi" quella loro visione del mondo è messa a repentaglio E questo volevano gli sparatori: metterli a tacere. Ma un può un attacco di tre fondamentalisti mettere a rischio un caposaldo del nostro vivere civile? Non sarà così se alzeremo le nostre matite ogni giorno,non sarà cosi se metteremo la faccia, non sarà così se non permetteremo che la discussione su un tema così si esaurisca domani o dopodomani,non sarà così se saremo alla costante ricerca della verità mettendola a disposizione dei più. Non sarà cosi se non ci lasceremo sopraffare dalla paura ma nel nostro animo prevarrà il coraggio.
Tocca a noi cittadini di oggi e del domani non considerare acquisito il diritto di stampa, difendiamolo ad ogni costo perchè è l'informazione a renderci citttadini e a differenzarci dai sudditi; da qui parte la sfida, che dev'essere d'ognuno, di costruire una società che possa essere trasparente e libera.
Non esauriamo la discussione: l'Italia nella varie classifiche relative alla libertà di stampa del 2014 si trova al 49° posto guadagnando 8 posizioni rispetto al 2013 ma rimanendo dietro a pesi come Nabia,Capo Verde, Ghana eppure in questa improvvisa rivendicazione di massa della libertà d'espressione pochi ne fanno cenno. Parliamo della nostra terra e di come sia totalmente assente un giornalismo d'ichiesta capace di far luce su vicende oscure, parliamo e condanniamo giornalisti sempre più asserviti al potere e cerchiamo con i nostri mezzi  di colmare quel vuoto che altrove persone come Fava e Siani non hanno fatto in modo che si creasse.
 L’attentato terroristico di Parigi contro vignettisti e giornalisti del settimanale Charlie Hebdo interroga tutti noi sullo stato di salute della libertà di espressione; sulla necessità di difendere con tutta la forza possibile della ragione, con la calma incrollabile della consapevolezza, i cardini della democrazia e della convivenza civile, senza lasciare margini allo scontro di civiltà, ai piromani per interesse. Quando dinanzi alla pacifica irriverenza di una vignetta viene opposta la più esecrabile delle violenze, l’assassinio teso a mettere a tacere le voci, soffocare le opinioni, sono sotto attacco le fondamenta della democrazia. Nessuno di noi dovrà permettere che questa brutalità possa rendere meno salda la convinzione che non esiste risposta migliore, alla violenza insensata, che una risata.
Alziamo le nostre penne, usiamole come arma contro odio e vioenza, rendiamole armi di libertà e di idee, facciamo in modo che da qui nasca quella verità che molti temono.


 Vi postiamo l'inetrvista di qualche mese fa del direttore del Charlie Hebdo 

http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2012/09/20/vignette_satira_maometto_parla_direttore_charlie_hebdo_charbonnier.html