significa il diritto di dire alla gente ciò
che non vuol sentirsi dire".
Ci rifacciamo a questa frase di Orwell , una frase che più
di ogni altra è paradigma di quanto successo ieri a Parigi alla redazione del
Charlie Hebdo. Un giornale satirico che con sagace ironia scherzava su tutto
,partento da Dio,nel rispetto della persona e con l'etica e la morale propria
di ogni giornalista degno di tale nome. Facevano satira come in Italia non
siamo abituati,in maniera causistica Vedendo e rivedendo quel video, quel
poliziotto che si arrende all'atroce e vigliacco atto di terroristi(ne più nè
meno) non si trovano parole per descrivere l'attentato che più che ad una
semplice redazione è un attentato a delle conquiste fondamentali per la nostra
vita: la liberà di espressione,la libertà di ridere, la libertà di dissacrare. L’aspetto
più triste di tutta la vicenda è quello di essere uccisi nel posto di lavoro.
Quei professionisti erano riuniti per decidere cosa proporre ai propri lettori
nel prossimo numero. Per disegnare e ribadire il proprio punto di vista. E "oggi" quella loro visione del
mondo è messa a repentaglio E questo volevano gli sparatori: metterli a tacere. Ma un
può un attacco di tre fondamentalisti mettere a rischio un caposaldo del nostro
vivere civile? Non sarà così se alzeremo le nostre matite ogni giorno,non sarà
cosi se metteremo la faccia, non sarà così se non permetteremo che la
discussione su un tema così si esaurisca domani o dopodomani,non sarà così se
saremo alla costante ricerca della verità mettendola a disposizione dei più.
Non sarà cosi se non ci lasceremo sopraffare dalla paura ma nel nostro animo
prevarrà il coraggio.
Tocca a noi cittadini di oggi e del domani non considerare
acquisito il diritto di stampa, difendiamolo ad ogni costo perchè è
l'informazione a renderci citttadini e a differenzarci dai sudditi; da qui
parte la sfida, che dev'essere d'ognuno, di costruire una società che possa
essere trasparente e libera.
Non esauriamo la discussione: l'Italia nella varie
classifiche relative alla libertà di stampa del 2014 si trova al 49° posto
guadagnando 8 posizioni rispetto al 2013 ma rimanendo dietro a pesi come
Nabia,Capo Verde, Ghana eppure in questa improvvisa rivendicazione di massa
della libertà d'espressione pochi ne fanno cenno. Parliamo della nostra terra e
di come sia totalmente assente un giornalismo d'ichiesta capace di far luce su
vicende oscure, parliamo e condanniamo giornalisti sempre più asserviti al
potere e cerchiamo con i nostri mezzi di colmare quel vuoto che altrove
persone come Fava e Siani non hanno fatto in modo che si creasse.
L’attentato terroristico di Parigi contro vignettisti e
giornalisti del settimanale Charlie Hebdo interroga tutti noi sullo stato di
salute della libertà di espressione; sulla necessità di difendere con tutta la
forza possibile della ragione, con la calma incrollabile della consapevolezza,
i cardini della democrazia e della convivenza civile, senza lasciare margini
allo scontro di civiltà, ai piromani per interesse. Quando dinanzi alla
pacifica irriverenza di una vignetta viene opposta la più esecrabile delle
violenze, l’assassinio teso a mettere a tacere le voci, soffocare le opinioni,
sono sotto attacco le fondamenta della democrazia. Nessuno di noi dovrà
permettere che questa brutalità possa rendere meno salda la convinzione che non
esiste risposta migliore, alla violenza insensata, che una risata.
Alziamo le nostre penne, usiamole come arma contro odio e
vioenza, rendiamole armi di libertà e di idee, facciamo in modo che da qui nasca quella verità che molti temono.
Vi postiamo l'inetrvista di qualche mese fa del direttore del Charlie Hebdo
http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2012/09/20/vignette_satira_maometto_parla_direttore_charlie_hebdo_charbonnier.html
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