mercoledì 24 dicembre 2014

NASCE L' ASSOCIAZIONE

Ieri 23 Dicembre 2014 è nata ufficilamnte l'associazione culturale "La meglio Gioventù". Un altro piccolo tragurado di un gruppo di ragazzi che stanno dando sempre più forma ad un sogno nato dalla voglia di un futuro migliore. Da oggi parte il tesseramento 2015 (http://lamegliogioventusalandra.blogspot.it/p/contattaci.html) per ingrandire sempre più il nostro gruppo,per coinvolgere più gente possibile e per raccogliere più idee possibili. Tante le problematiche affrontate,tante le soluzioni,le idee e le iniziative proposte molte delle quli già in cantiere a partire da  una sede da trovare, l'adesione a Libera e il promuovere in ogni modo la cultura e la legalità sfruttando il contributo di tutti. La speranza di un mondo nuovo ci ha unito, ci ha fatto iniziare  questo percorso ed ora che stiamo imboccando la strada giusta abbiamo la voglia di percorrerla fino in fondo. Buone feste e buon tesseramento a tutti.


domenica 14 dicembre 2014

BUONA LA PRIMA


Si buona la prima,biblioteca stracolma, molta gente rimasta fuori(l'unico rammarico)ma abbiamo raggiunto l'obiettivo prefissato:valorizzare la splendida biblioteca, far vivere un luogo colmo di cultura. Soddisfatti per come abbiamo trattato temi delicati, soddisfatti per aver smosso le coscienze parlando di un libro che senza paura affronta i misteri della nostra regione, soddisfatti per aver ricordato Luca, Marirosa, Elisa per aver raccontato la storia dei "basilischi", soddisfatti  aver dato importanza alla memoria attraverso il ricordare non fine a se stesso ma ricordare per costruire un mondo migliore, un domani diverso dall'oggi. Ennesimo ringraziamento a Domenico, a Don Marcello, ai ragazzi di Libera che ci hanno raggiunto e alla signora Olimpia. Un gruppo di ragazzi, dai 18 ai 26 anni,siamo partiti,tante idee, tanti progetti e con il chiodo fisso di dare una svolta culturale alla nostra cittadina, i tanti complimenti ricevuti ci danno una spinta in più, la grande partecipazione e i tanti libri venduti ci danno motivo per credere che Salandra e i Salandresi hanno bisogno di azioni di questo tipo. All'indomani della nostra prima iniziativa con lucidità crediamo di aver imboccato la strada giusta, le riunioni, le discussioni, i dibattiti affrontati anche per ore fra noi sono state davvero utili. Non un traguardo ma un punto di partenza. Grazie a tutti.


martedì 9 dicembre 2014

IL BLOG ESCE DALLA RETE

Iniziamo a parlare della nostra prima iniziativa. Quanto proposto e idealizzato sul blog attraverso piccoli passi cercheremo di portarlo fuori dalla rete e farlo diventare realtà. Da qui nasce l'dea di presentare "Poteri invisibili" di Don Marcello Cozzi vice presidente nazionale di Libera che tramite queste pagine indaga,riporta alla luce i misteri di una terra, la nostra regione,che forse poi cosi tranquilla come appare non è. Abbiamo scelto come luogo della discussione la biblioteca comunale di Salandra un posto che a noi è parso come abbandonato a se stesso , per quello che contiene e ancor di più per quello che può offrire necessita di una riqualificazione;abbiamo deciso di invitare Domenico Rossi, di origine Salandrese,cresciuto nella nostra cittadina fino all'adolescenza. Tramite le sue parole vi presentiamo chi è e voi stessi capirete e condividerete con noi il grande piacere di averlo come ospite Sabato 13.

 "Sono nato il 21 Febbraio del 1978 a Salandra, in provincia di Matera. Dal 1991 vivo a Novara dove ho frequentato l’ultimo anno delle scuole medie e il liceo scientifico “A. Antonelli”, insieme con il Conservatorio musicale “G. Cantelli”.
Sin da adolescente sono stato animato da uno spirito critico e costruttivo che mi ha portato a cercare di migliorare costantemente me stesso e ad impegnarmi attivamente nei contesti dove ho vissuto, a partire dal liceo di cui sono stato Rappresentante di Istituto. Molto importante per la mia formazione è stata l’esperienza di animatore culturale che tra il 1995 e il 2007  ho vissuto dentro la comunità della parrocchia di S. Antonio di Novara.
Nel 1999 mi sono diplomato in clarinetto mentre all’università ho studiato filosofia. Mi sono laureato a pieni voti nell’aprile del 2004 con una tesi su Gregory Bateson. Dal 2001 ho cominciato a lavorare presso il centro di formazione professionale Ial di Novara, nel quartiere di Sant’Agabio, prima come formatore e poi come coordinatore e progettista  occupandomi di lotta alla dispersione scolastica e inserimenti lavorativi in particolare con adolescenti e fasce deboli. Attualmente sono direttore di un centro di formazione professionale di Torino per l’ente di formazione Filos.
Nel 2007 ho partecipato alla nascita del coordinamento di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie a Novara diventandone referente provinciale.  Nel periodo del mio coordinamento, Libera, a Novara, ha visto l’adesione di circa 20 associazioni e di centinaia di soci singoli, in particolare giovani, grazie al lavoro di sensibilizzazione e di formazione nelle scuole e sul territorio. Sul fronte dell’antimafia è stato grande l’impegno sul tema delle mafie al nord, sulle ecomafie per la difesa del territorio (cave e rifiuti), sul ciclo del contratto pubblico per la formazione e il rinnovamento delle Pubbliche Amministrazioni (con corsi di formazione specifici e attività di approfondimento), sul gioco d’azzardo, sulla memoria delle vittime innocenti e sui beni confiscati presenti anche nella nostra provincia. Nel 2011, a seguito dell’omicidio dell’imprenditore novarese Ettore Marcoli, delle operazioni Il Crimine/Infinito della DDA di Milano e Minotauro della DDA di Torino decidiamo di dar vita al progetto Osservatorio Provinciale sulle Mafiedal quale nasceranno un sito internet di riferimento, la rivista di approfondimento “Parole Strabiche” e il libro Mafie al Nord. Il radicamento visto da Novara, edito da Interlinea del 2012, di cui sono stato il curatore.
Nel 2013 ho collaborato alla redazione del rapporto nazionale Ecomafia 2013. Le storie e i numeri della criminalità ambientale promosso da Legambiente.
Nel 2014 ho curato il volume “Sveglia! Azioni e visioni in un mondo che cambia” edito da Marotta e Cafiero Editori.
Nel 2008 ho fondato l’associazione Sermais. Società Civile Responsabile, di cui sono presidente, attiva nel campo dell’educazione e dell’impegno civile. Tra i progetti più importanti promossi con l’associazione ci sono “Il Treno della memoria”, la scuola di politica “Imparare Democrazia”, catARTica – Festival delle Nuove Resistenze in occasione del 25 Aprile e il progetto di animazione “Give me Five” portato avanti nel villaggio Emmaus di Novara (ex-campo TAV).
Nel 2013 sono diventato socio fondatore della Fondazione Benvenuti in Italia, un advocacy group che si propone di trasformare in proposte politiche gli esiti del lavoro sociale, culturale ed educativo dell’ampio movimento dal quale prende avvio e con la quale porta avanti campagne pubbliche quali “8×1000″ e “#cotadimettiti”.
Nel 2013 ho ricevuto dalla Giunta comunale di Novara l’onorificenza di “Novarese dell’anno” per l’impegno portato avanti negli anni in qualità di referente provinciale di Libera.
Il 30 Giugno 2014 sono stato proclamato Consigliere regionale per il Piemonte (X legislatura) con il Partito Democratico."

venerdì 28 novembre 2014

L'UNICA VIA D'USCITA

Pubblichiamo una lettera del paesologo e poeta Franco Arminio,tratta dal blog comunitaprovvisorie.wordpress.com , in queste parole ritroviamo il nostro spirito, la nostra voglia di metterci in gioco per non abbandonare il nostro comune ad un inesorabile destino.


"Cari ragazzi,abitate da poco una terra antica, dipinta con le tibie di albe greche, col sangue di chi è morto in Russia, in Albania. Avete dentro il sangue, il freddo delle navi che andavano in America,le grigie mattine svizzere dentro le baracche. Prima il mondo filava le sue ore lentamente e ogni scena era per tanti, tutti insieme nel pochissimo bene che c’era e nel male che aveva il suonosotto le coppole e le mantelle nere. Era la terra dei cafoni e dei galantuomini, era il sud dell’osso, era un uovo, un pugno di farina, un pezzo di lardo. Ora è una scena dissanguata, ora ognuno è fabbro della sua solitudine e per stare in compagnia si è costretti a bere, a divagare nel nulla, a tenersilontani dal cuore. E’ uno stare che non contesta niente, ma è senza pace, senza convinzione. Ora non vi può convincere nessuno. Dovete camminare nel mistero di questa epoca frivola e dannata, in questa terra che muore e che guarisce,dovete stare nelle crepe che si sono aperte tra una strada e l’altra, tra una faccia e l’altra, tra una mano e l’altra. Tutto è spaccato, squarciato, separato. Sentiamo l’indifferenza degli altri e l’inimicizia di noi stessi. E’ una scena che non si muta in un solo giorno, ma è importante sollevare lo sguardo, allungarlo: la rivoluzione del guardare. Uscite, contestate il vomito invecchiato su una mattonella a cui si è ridotta la politica. Contestate con durezza i ladri del vostro futuro: sono qui e a Milano e a Francoforte, guardateli bene e fategli sentire il vostro disprezzo. Siate dolci con i deboli, feroci coi potenti. Uscite e ammirate i vostri paesaggi, prendetevi le albe, non solo il far tardi. Avvolgete con strisce di luci le ombre in cui dimorano i vostri nonni. Vivere è un mestiere difficile a tutte le età, ma voi siete in un punto del mondo in cui il dolore più facilmente si fa arte: e allora suonate, cantate,scrivete, fotografate. non lo fate per darvi arie creative, fatelo perché siete la prua del modo: davanti a voi non c’è nessuno. Il sud italiano è uninganno e un prodigio. Lasciate gli inganni ai mestieranti della vita piccola. Pensate che la vita è colossale. Siate i ragazzi e le ragazze del prodigio."

mercoledì 22 ottobre 2014

L'ADAMO CADUTO



L'ADAMO CADUTO...(è l'ora di raccoglierlo)

Facciamo un salto indietro, proviamo ad immaginare Salandra qualche secolo fa, quando la cittadina si sviluppava sull'altura e l'ingresso era rappresentato dalla "Porta Nuova" immaginiamo lo splendido complesso monastico centro culturale di un'intera area e riferimento per tutti i padri riformati di Basilicata. Immaginiamo un frate: Padre Serafino. Un uomo d'immensa cultura, un ecclettico drammaturgo capace di dar vita ad una delle oper piú importanti del '600 meridionale: l'Adamo caduto.
Tragedia di forte impulso cristiano fu pubblicata nel 1647 a Cosenza presso la tipografia Radella dedicata a a Fra Giovanni da Napoli ministro generale dell'ordine di San Francesco
          "Dedicatoria
            Giovanni da Napoli ministro generale di tutto l'ordine di S. Francesco"

L'opera tratta e sviluppa l'episodio della cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre usando personificazioni per rappresentare la bontà la morte l'onnipotenza ecc.
L'originalità, il trattare un tema seicentesco in modo avanguardista che forse va oltre gli stili in voga nel suo tempo ha reso  l'opera celebre in tutto il regno tant 'é che J. Milton venuto a contatto con lo scrittore Salandrese ne ha tratto spunto riportando lo stesso tema nella sua opera "Paradise Lost".
Padre Serafino con la sua opera pone l'obiettivo di ricondurre il popolo alla moralità dei costumi lo fa utilizzando toni forti, fatti narrati in 7mila versi divisi in quattro atti, tramite uno stile barocco e assumendo i caratteri della tipica visione medievale del mondo. Essendo una tragedia risultò assai difficile rappresentarla ma riuscì ad impressionare e terrorizzare facendo prevalere il concetto di "fuggire dalla terra se si vuole salire in cielo".

Ne vogliamo parlare tutto qui, porlo al centro della "discussione" salandrese, cosi,  forse in futuro non capiterà di ritrovarlo casualmente su Amazon ad un costo piuttosto alto. Si, perché nel 2009 la casa editrice "Serra" ne ha curato la ristampa e messo in commercio per la prima volta(era già stato infatti ristampato nel 1987 dalla cassa rurale di Salandra ma fuori commercio). E noi dov'eravamo? Era il 2009, nel 2010 si sarebbe votato dunque eravamo tutti concentrati a “spettegolare” sulle probabili candidature. 

Poche righe per ricordare a quei pochi che seguono questo blog cosa siamo stati,confrontate il nostro glorioso (culturalmente parlando) passato rapportatelo al presente e immaginiamo un futuro,anzi creiamo un futuro.

domenica 12 ottobre 2014

UN POPOLO CHE CAMBIA I SUOI LUOGHI

Film, libri, documentari, testimonianze vissute sulla propria pelle, chiunque parli del nostro territorio non può far a meno di lodare l’ospitalità della nostra gente. Perché non sfruttare allora questa nostra peculiarità per attrarre gente e creare un binomio perfetto ospitalità/affluenza turistica? Una risposta, una soluzione: couchsurfing.


Ai più sembrerà una parola incomprensibile, eppure è un metodo per attirare un turismo diverso, nuovo, che Salandra, e la Basilicata più in generale, non hanno mai visto: inserire l’ospitalità come punto cardine intorno al quale sviluppare un’intera offerta turistica. Couchsurfing letteralmente significa navigare da un divano all’altro, in pratica consiste nell’ ospitare qualcuno, gratuitamente o facendo pagare all’eventuale ospite, dandogli la possibilità di conoscere non solo il territorio e le bellezze paesaggistiche di cui disponiamo, ma di venire a contatto con i nostri costumi ,le nostre tradizioni e i nostri prodotti gastronomici. Abbiamo invitato più volte da questo blog alla responsabilità che devono essere imprescindibile per chi occupa posizioni istituzionali; con questo articolo però ci rivolgiamo a tutti, ad ogni salandrese: ognuno può costituire una potenziale risorsa per se stesso e per Salandra! Visitate il sito couchsurfing.org, iscrivetevi e aggiungente la vostra “offerta”, una proposta nuova, innovativa, forse vincente, che nessuno in Basilicata ha avuto il coraggio di portare avanti. Anche noi cittadini di un comune tutto da valorizzare possiamo e dobbiamo farci portatori d’innovazione turistica ed avere un ritorno economico oltre che d’immagine. Un turismo nuovo per portare gente a visitare la nostra terra, conoscere tradizioni, donare un patrimonio culturale al turista e riceverne un altro altrettanto ricco. Una grande opportunità che non può passare inosservata.

sabato 4 ottobre 2014

UNA STRADA PER SALANDRA

Cari lettori ritorniamo a parlare di uno dei tanti fattori su cui si punta il dito a Salandra e non. Come in molti altri paesi e città, anche Salandra gode di una viabilità perfetta; difatti come nella nostra vicina Canada i comuni dispongono delle stampe adesive sull'asfalto raffiguranti voragini, il tutto per spaventare i guidatori e limitare gli eccessi di velocità. 

Buche stradali adesive usate in Canada

Bene, ironia a parte, i problemi del giusto mantenimento e dell'eventuale messa a norma di molte strade cittadine ci hanno portato a scrivere questo articolo per fare il punto della situazione. La strada Cavonica, mette in comunicazione i paesi limitrofi e i lavori ultimati (in parte) vengono resi quasi nulli se non si è in possesso di un fuoristrada; sarebbe infatti un eufemismo dire che la strada che collega il paese alla Cavonica cade a pezzi. Parliamo inoltre della strada provinciale Salandra-Ferrandina, spettatrice nel corso degli anni di terribili incidenti stradali; è necessario quindi sensibilizzare anche la giusta messa a norma di una strada provinciale che non dispone di adeguata sicurezza, una strada in cui i guardrail vengono a mancare nei punti nevralgici e più pericolosi, una strada in cui non si rispettano le effettive norme che nel resto d'Europa (Germania ad esempio) possono fare e fanno la differenza tra la vita e la morte; quella strada, priva di pista ciclabile ma percorsa giornalmente da decine di ciclisti e corridori. 

Evitiamo l'ennesima tragedia annunciata.


venerdì 3 ottobre 2014

POLITICHE SOCIALI PER SALANDRA

Convincere quanti, con curiosità, ci stanno leggendo è uno dei primi obiettivi che ci siamo posti. Perchè potrebbe essere interessante seguire questo blog? Semplice, perché conviene!
Si dice che "la strada verso l'inferno sia lastricata delle migliori intenzioni" e le intenzioni che hanno portato Salandra ad una INVOLUZIONE così evidente non erano niente male. Per questo abbiamo deciso che di sviluppare diverse aree tematiche in cui, liberamente potrete postare idee, suggerimenti, propose e perplessità.

Pensiamo che conviene a tutti prendersi cura dei luoghi in cui viviamo, perché in questa comunità è dalla gestione dei beni materiali e immateriali che dipende la qualità della nostra vita. In questa sezione ci impegniamo a parlare di politiche sociali. Vi prego di non pensare alle politiche sociali in termini riduttivi e di sussidio puramente economico. Perché uno dei problemi, il meno visibile, è quello della crisi del senso di felicità.

Vista dall'alto del Comune di Salndra, ex convento francescano

Da quando abbiamo imparato a "contare le cose che contano" e a misurare in modo attendibile la soddisfazione di vita in maniera tangibile ci siamo imbattuti nel paradosso della crescita economica disallineata alla soddisfazione di vita. Le politiche sociali sono qualcosa di molto diverso. Significa dare la possibilità ad ognuno di noi di creare valore economico in modo sostenibile per l'ambiente e per la società.

Le dinamiche sociali messe in atto nella comunità salendrese, nel tempo, si sono rivelate fallaci generando dei veri e propri "mostri", in quanto non sono stato in grado di generare nessun tipo di valore, né in termini economici né in termini "sociali".  

Siamo sicuri che è possibile sviluppare circoli virtuosi, in cui impegno e virtù civiche possano dare vita a processi di sviluppo della socialità:

  • Individuare professionalità capaci di intercettare, leggere e redigere un progetto seguendo le indicazioni dei bandi europei potrebbe essere la strada giusta per poter finanziare iniziative locali di sostegno e contrasto alle nuove povertà;
  • Sviluppare, in partenariato con gli enti di formazione, "officine" scuola con il duplice obiettivo di formare generazioni di professionisti con gli strumenti della Green Economy e ad usare i moderni strumenti dell'economia sociale;
  • Riaprire i  bandi di assegnazioni di borse di studio basate sul merito e non sul reddito, atte ad incentivare gli studenti a caratterizzarsi nello studio;
  • Creare appositi protocolli d'intesa con associazioni sportive, musicali e culturali per favorire l'inserimento di soggetti svantaggiati;
  • Sottoscrizione di un protocollo d'intesa con Unitre e/o Università della terza età per favorire la socialità nelle fasce d'età più alte con attività finalizzate al recupero della memoria storica della comunità.

Siamo consapevoli che le politiche sociali per una comunità come Salandra non può essere ridotta a questi pochi punti, ma siamo altrettanto consapevoli che le politiche siano un progetto corale a cui tutti siamo chiamati a partecipare.

giovedì 2 ottobre 2014

CENTRO SPORTIVO CITTA' DI SALANDRA

Vi chiederete fin da subito: “Di quale centro sportivo stiamo parlando visto che a Salandra non ci sono strutture adeguate?”. Salandra, sportivamente parlando, fin dai primi anni ’70 poteva vantare, oltre alla ben nota squadra di calcio, anche una squadra di basket e una squadra di atletica leggera. La voglia di sport nel nostro paese è sempre stata grande. Voglia che però si è scontrata con lo scemare, nel corso degli anni, dell’interesse da parte delle amministrazioni a questo argomento, favorendo un lento e continuo abbandono e degrado delle nostre strutture. 

Attualmente nel nostro comune sono funzionanti le sole strutture presenti nella frazione di Montagnola: campo da calcio a 11 e Palazzetto dello Sport multifunzionale (calcio a 5, pallavolo e basket). Mentre la “capacità” sportiva potrebbe essere tranquillamente raddoppiata, se non addirittura triplicata. Rimanendo a Montagnola, vicino alle già citate strutture funzionanti, ci rendiamo conto che ci sono altri 4 impianti che potrebbero tornare utili alla cittadinanza.

Nello specifico sono:


Il campo da calcio a 5
Esterno del campo da calcio a 5
Stato pietoso delle porte e del manto


Il percorso per il Parkour 
(situato accanto al campo di calcio a 11)

Percorso Parkour inutilizzato


Il campo da tennis
Campo da tennis o parcheggio?




La piscina 
(situata nei pressi del Palazzetto dello Sport)

Piscina mai completata

Queste strutture, completamente abbandonate da anni, potrebbero essere rivalutate per il bene della collettività. Un’opera di ristrutturazione, riqualificazione e di completamento, nel caso della piscina, porterebbe benefici non solo ai salandresi ma attirerebbe l’attenzione e l’interesse dei cittadini dei comuni limitrofi e dell’intera provincia e regione.

Un discorso a parte meritano le strutture presenti all’entrata del paese. Si parla di un complesso di campi e campetti totalmente inutilizzati e abbandonati a loro stessi.

 In pratica sono:


Campo da calcio a 11

Campo da calcio in stato d'abbandono totale

Altra vista del campo da calcio a Salandra


Campo da basket

Campo da basket privo di manutenzione


Campo da tennis

Campo da tennis "aggiustato" e "rimodernato"


In questi anni sono stati fatti solo “aggiustamenti” che, purtroppo, non hanno portato a nulla di concreto. Questa intera area potrebbe diventare un vero e proprio centro sportivo. Si potrebbero creare delle tendostrotture in modo da coprire i campi dalle intemperie metereologiche e rendendoli, così, utilizzabili in ogni periodo dell’anno. Andrebbe fatta anche qui un’opera di ristrutturazione e riqualificazione ma la base da cui si parte non è delle peggiori vista anche la presenza di uno spogliatoio,  elettricità e acqua corrente. Il campo da calcio a 11 potrebbe essere trasformato in due campi da calcio a 5, dando così l’opportunità a più ragazzi di servirsi contemporaneamente della struttura. I campi da tennis e da basket invece fornirebbero ai giovani (e meno giovani) l’occasione di affacciarsi su nuovi sport e nuovi stimoli. Nella stessa area sono presenti zone verdi inutilizzate. Da qui può nascere l’dea di creare un angolo dedicato all’atletica leggera. In poco spazio si potrebbe ricavare, per esempio, le attrezzature necessarie per il salto in lungo, salto in alto, lancio del peso e una piccola pista per i podisti. Fare sport fa bene a priori, ma chi non gradisce il calcio può essere abbandonato a se stesso? Fornendo gli “attrezzi” giusti si garantirebbe un modo per far avvicinare allo sport, e alla attività sportiva in generale, un bacino più ampio di persone che, come detto in precedenza sulle strutture di Montagnola, potrebbe allargarsi ai paesi vicini e, perché no, diventare un fiore all’occhiello della regione Basilicata.

Inoltre c’è l’aspetto economico che non va trascurato. Se è vero che da una parte c’è un costo per l’adeguamento e ristrutturazione di questi impianti, è anche vero che il ritorno economico non tarderebbe ad arrivare. E cosa più importante garantirebbe a più di qualche paesano un’occupazione, visto che gli impianti necessitano di manutenzione, custodia, pulizia e altri servizi annessi. Infine si potrebbero utilizzare per organizzare eventi sportivi, culturali e turistici. vista l’enorme capienza dei campi.

Facciamo tornare allo splendore degli anni 70’ lo sport a Salandra. Non sono idee utopistiche, nulla è impossibile se ci si mette di impegno. Ne guadagnerebbe la nostra comunità sia in termini di servizi, sia in termini di immagine. Senza tralasciare l’opportunità di dare ai giovani un motivo per non annoiarsi del nostro paese ed essere così, sempre più, meta di partenze senza ritorno. Puntando sullo sport di certo non si risolvono i problemi occupazionali che affliggono la nostra regione, ma si può dare una grande boccata d’ossigeno a molte famiglie, perché per rendere possibili queste opere e mantenerle in funzione c’è bisogno di manodopera. E dove prenderla se non nel nostro paese?

Migliorare Salandra è possibile.  Lo sport può darci una mano concretamente.

mercoledì 1 ottobre 2014

VERDE, LA SPERANZA MAI SI PERDE

Oltre agli edifici e alle infrastrutture Salandra vanta anche un proprio "giardino": il bosco comunale, una realtà "incontaminata" che nonostante svariati disboscamenti nel corso dei secoli conta una superficie di 700 ettari. Parte di quest'area verde divide il paese da Montagnola e il resto si estende oltre la frazione stessa. 

Chi frequenta abitualmente il bosco può rendersi conto della grande varietà floristica di cui dispone, che conta dalle 2000 alle 3000 piante a ettaro, tra cerri, castagni, querce, olmi e faggi. La fauna è tipica della Lucania e comprende volpi, cinghiali, donnole, istrici e altre specie animali. Purtroppo questo agglomerato di biodiversità risente dell'abbandono umano e a tal proposito urge manutenzione e sviluppo. Sicuramente semplici e immediati interventi potrebbero dapprima migliorare lo stato di conservazione dell'area giovando sia ai cittadini (disponibilità lignea, posti di lavoro, mappe illustrative scolastiche) sia al turismo con l'allestimento di aree pic-nic, visite guidate, percorsi didattici e sviluppo della sentieristica. 

Scorcio del bosco salandrese

Partendo dal piccolo si potrebbe poi seguire l'esempio di quei paesi limitrofi quali Accettura e Cirigliano, che hanno saputo al meglio sfruttare (in modo del tutto ecologico) il loro territorio. Concludendo, il nostro bosco non ha nulla da invidiare a questi altri paesi e deve essere necessariamente salvaguardando al meglio e al più presto in modo da preservarlo per le generazioni future.

lunedì 29 settembre 2014

UNA (S)VOLTA CULTURALE

Tra gli edifici storici del nostro paese, quello che prima di tutti risalta all’occhio è senza dubbio il Castello. L’edificio che da il nome al rione costituente l’originario nucleo di Salandra sorge nel punto più alto del paese, sulla sommità della collina posta a 598 metri sul mare. Esso in realtà non è mai stato un vero e proprio castello, mancando di fortificazioni, fossati e vani per il deposito d’acqua e per l’alloggiamento delle persone. Probabilmente con le sue mura poco spesse ha rappresentato per secoli semplicemente un luogo di vedetta, per l’avvistamento di pericoli e l’eventuale difesa del territorio. Tale infatti fu il suo utilizzo agli albori del Regno d’Italia, quando il 6 Novembre 1861, truppe borboniche provenienti da Garaguso e capitanate da Ninco Nanco vennero avvistate ed attaccate da questo fortilizio. 

Quel che rimane del Castello di Salandra

All’epoca erano presenti due volte identiche, una delle quali venne abbattuta per la costruzione di una grande cisterna d’acqua che alimentasse il paese. L’unica volta oggi rimasta è ormai in uno stato di abbandono e degrado cronico; da almeno vent’anni quelle mura cariche di storia sono state abbandonate alle intemperie e all’azione del tempo che sta sbriciolando non solo un edificio storico del nostro paese ma l’identità del nostro stesso centro abitato.

E’ davvero possibile abbandonare a sé stesso un pezzo di storia come il nostro Castello?

E’ vero, va messo in luce il provvidenziale recupero della piazzetta antistante la chiesa madre, ma è davvero tutto quello che si può fare per il nostro centro storico?

Il recupero del Castello, oltre a rappresentare un obbligo morale per il rispetto della nostra storia, può rappresentare il primo passo per lo sviluppo turistico del nostro comune. La promozione delle ricchezze del nostro territorio è pressoché inesistente e l’improvvisato turista che si ritrovi catapultato a Salandra non saprebbe non solo cosa visitare ma addirittura come farlo! La rivalutazione del nostro patrimonio storico, affiancato dalla promozione del territorio potrebbe finalmente creare un flusso turistico, con conseguenti benefici economici e di immagine. Non stiamo parlando di fantascienza, ma di iniziative semplici ed, escludendo il recupero del Castello, dall’impatto economico ridotto. L’organizzazione, ad esempio, durante le festività di agosto, di una notte bianca per le vie del centro storico, accompagnate da musica, esposizioni fotografiche e cinematografiche, con l’offerta di prodotti tipici, è un’iniziativa realizzabile sia economicamente che a livello organizzativo, così come la creazione di un’app per cellulari che funga da guida turistica per i visitatori del nostro paese, oppure la cessione di immobili abbandonati a persone che si impegnino attraverso contratti di locazione al loro recupero, iniziativa già realtà in parecchi comuni. Oltre a ciò si potrebbe promuovere la nascita di un piccolo museo, come già fatto per poco tempo in passato, che raccolga non soltanto i manufatti artigianali del nostro paese ma che racchiuda attraverso documenti e immagini la memoria storica di Salandra che rischia oggi di perdersi per sempre.

Queste semplici iniziative sono l’esempio lampante di come la promozione del territorio possa creare occupazione e cultura, entrambe assolutamente necessarie al giorno d’oggi. Il cambiamento è possibile, resuscitare da questa stagnazione morale ed economica non è solo un sogno, ma solo insieme possiamo far si che il Castello smetta di essere quel mucchietto di pietre che è diventato per diventare di nuovo quel centro di storia e cultura che merita di essere.


domenica 28 settembre 2014

PRESENTAZIONE

LaMeglioGioventù nasce da un gruppo di ragazzi con la voglia di non lasciarsi sopraffare dallo squallore della quotidianità e  con la voglia di creare un’alternativa al nulla che circonda la nostra realtà: Salandra.  Partiamo dalla creazione di questo blog per dar voce al nostro bisogno  di un “qualcosa” di nuovo, che rivitalizzi questo piccolo centro che sappia valorizzare tradizioni che via via si stanno perdendo,  luoghi e  peculiarità del nostro territorio lasciate in balia del tempo e dell’incuria totale, vuole sfruttare le opportunità che giorno dopo giorno vediamo sprecate. 

LaMeglioGioventù non si pone limiti, sorge dal nulla, non è un’operazione politica volta all’appoggio di un’opposizione o  di una maggioranza, è un nuovo soggetto di liberi (e pensanti) cittadini che vuole rendere il proprio paese un luogo migliore in cui la speranza sostituisca la rassegnazione, in cui  l’orgoglio civico dia vita ad azioni concrete e non a vacue parole. Saremo dei sognatori? Può darsi ma un eccesso di realismo ha tolto all’umanità le utopie che l’hanno fatta crescere e l’ha costretta a vivere nelle paure. Cristoforo Colombo non era un realista come non lo era Galileo hanno cercato qualcosa che non c’era nel sapere e nella conoscenza di tutti, hanno esplorato frontiere e si sono sottoposti al fuoco dei venti. Nulla di paragonabile, ovviamente. Ma ognuno di noi dentro di noi può porsi la domanda: come desidero la realtà in cui vivo?

Noi vogliamo modellarla e crearla come piace a noi giovani,  non vogliamo star fermi e contare i giorni, i mesi, gli anni.


Ripresa aerea di Salandra (MT)