mercoledì 8 luglio 2015

PARTIRE PER RITORNARE



La storia di Salandra è legata sin dalla notte dei tempi a questo fenomeno : emigrarono i nostri bisnonni per la grande America, i nostri nonni per la ricca Germania,i nostri padri per l'industrializzato nord e tocca anche alle nostre generazioni emigrare, andare via per motivi di studio o opportunità lavorative. Se pur con le nette differenze, il filo rosso che ci lega al passato sono le nuove esperienze, il relazionarsi con culture, tradizioni e visioni della realtà nuove e diverse. La sintesi  che nasce dalla nostra cultura e dalle tradizioni più lontane e remote  da Salandra e dalla Basilicata può e dev'essere la miccia capace di generare una fiamma che trasformi la nostra terra.Ecco,dunque, il significato più bello dell'emigrazione, quello di andare via non soltanto per se stessi ma per riconoscenza nei confronti della propria terra.


Forse da Salandra bisogna andarsene. Da Salandra bisogna cominciare (o magari continuare) a partire. Non deve mancare il coraggio di fare le valige e di cercare lontano dalla nostro paese quello che ci manca e dal bagaglio culturale acquisito mettere le basi (o almeno provarci!) per una nuova stagione,per una primavera Salandrese capace di stravolgere tutto e tutti.


Partire oggi,non ha lo stesso significato che aveva in passato. Vivere lontano da Salandra ha un sapore diverso, le nuove tecnologie ci permettono di vivere, se pur con il grande handicap dell'assenza fisica, al fianco dei nostri concittadini : la rete  ha stravolto le nostre vite,abbatte le distanze, permette di rimanere in costante aggiornamento su fatti e vicende,permette d'impegnarsi in prima persone pur vivendo a chilometri di distanza. Forse se all'emigrare rimane strettamente connesso quel sogno di cambiare le cose,di imparare e conoscere per ritornare e mettere a disposizione il proprio sapere per la terra natia, questo fenomeno non sarà più un problema da risolvere ma un enorme opportunità da cogliere.


"Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo e che anche quando non ci sei, resta ad aspettarti." Cesare Pavese

Nessun commento:

Posta un commento